Manifesto MICS per l’Innovazione Sostenibile del Made in Italy

Il Manifesto della Fondazione MICS nasce dall’esigenza di raccogliere in modo chiaro, condiviso e accessibile i principi guida della trasformazione circolare e sostenibile del Made in Italy. Si tratta di un vero e proprio manifesto per la sostenibilità del Made in Italy, pensato per orientare le scelte strategiche del nostro ecosistema produttivo in un momento storico in cui la sostenibilità industriale e la transizione circolare non sono più opzioni, ma condizioni essenziali per la competitività.

Il Manifesto propone una visione unitaria e innovativa, capace di mobilitare imprese, istituzioni, università e cittadini verso un modello produttivo più responsabile e condiviso. Una visione che affonda le radici in un approccio di innovazione responsabile, integrando ricerca scientifica, tecnologie avanzate, formazione e collaborazione attiva tra stakeholder.
L’obiettivo è sostenere lo sviluppo sostenibile delle imprese italiane e promuovere un’economia più resiliente, rigenerativa e aperta all’inclusione.

Aderire al Manifesto significa riconoscersi in questa direzione e scegliere di contribuire alla trasformazione industriale sostenibile del Paese. Invitiamo quindi aziende, associazioni, enti pubblici e privati, professionisti e consumatori consapevoli a esprimere la propria adesione e a partecipare attivamente al percorso di cambiamento. Ogni sottoscrizione rappresenta un passo concreto verso la costruzione di un ecosistema produttivo italiano più forte, competitivo e orientato all’economia circolare Made in Italy.

La firma del Manifesto sarà interpretata come la volontà di collaborare con MICS nell’attuazione dei principi in esso contenuti, attraverso una serie di azioni, progetti e iniziative da definire congiuntamente. 

Un impegno condiviso che valorizza le specificità di ciascun attore e contribuisce a generare impatti positivi e duraturi.

Perché le trasformazioni davvero incisive si costruiscono così: insieme.

1

L’eccellenza artigiana e industriale è chiamata ad abbracciare le tecnologie emergenti: l’AI, la robotica avanzata, il cloud computing di ultima generazione (per citare alcuni esempi rilevanti).

2

L’innovazione, infatti, non nega la storia del Made in Italy: la rende sostenibile e nuovamente competitiva, rilanciando in chiave 4.0 il nostro patrimonio creativo.

3

Università, startup e aziende devono co-progettare soluzioni agendo unite, non a compartimenti stagni o con convergenze saltuarie.

4

Serve una strategia nazionale per attrarre, formare e trattenere talenti nei settori chiave del sistema produttivo. Altrimenti, il Made in Italy rischia di diventare un “Made in Yesterday”.

5

La produzione manifatturiera deve riflettere, insomma, una nuova estetica d’impatto: bella, utile, giusta, aggiornata.  

6

Occorre investire in formazione, orientamento, trasferimento tecnologico, laboratori, reti integrate. Bisogna farlo adesso.

7

L’innovazione deve raccordarsi alla circolarità, all’uso efficiente delle risorse, a un’ottica di sistema.

8

Nel contesto della nuova competizione globale, il “piccolo” arranca. È necessario promuovere modelli che consentano alle PMI di crescere, proprio attraverso la digitalizzazione e la ricerca. 

9

Bisogna fare del Made in Italy un driver di policy per l’industria, anche a livello europeo. Per farlo, però, occorre dotarsi di una politica industriale attenta all’oggi.

10

Questo è un invito al coraggio del pensiero, all’urgenza dell’azione, alla generosità dell’impegno, al consolidamento di un’alleanza condivisa per la crescita, che raccolga pubblico e privato.
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